Hill House – Charles Rennie Mackintosh

Hill House


Case d’autore: Charles Rennie Mackintosh
Hill House
di Ruggero Borghi

Conosciuto universalmente come designer, Charles Rennie Mackintosh (Glasgow, 1868 – London, 1928) fu anche un architetto dotato di grandi talenti che contribuì significativamente al rinnovamento dell’architettura domestica nel ventesimo secolo. Il suo apporto nell’ambito della residenza privata si riassume sostanzialmente in due opere nelle quali sono magistralmente espressi i contenuti più innovativi del suo originale pensiero architettonico.

Con il progetto della Windyhill House (1899-1901) e in particolar modo con quello della Hill House (1902-1905), Mackintosh elabora una personale concezione architettonica nella quale l’idea di spazio domestico è reinterpretata alla luce dei nuovi bisogni espressi da una società in rapida trasformazione verso le esigenze del vivere moderno.

Hill House Fig 1
Fig 1. Disegno esecutivo per le lampade a sospensione della biblioteca della Glasgow School of Art.

Le funzioni domestiche, integrate all’interno di schemi planimetrici e spaziali fortemente “specializzati” ereditati dalla cultura vittoriana dell’abitare, vengono rimodellate dall’architetto scozzese secondo una concezione più “unitaria” e spazialmente “complessa” e, soprattutto nel linguaggio degli interni, ossessivamente indagato in tutte le sue manifestazioni, che Mackintosh esprime il meglio del proprio talento artistico mettendo a punto un metodo progettuale “totale”, ispirato dalla fantasia e dall’espressione metaforica e simbolica, che non si limita alla risoluzione dei compiti strutturali e spaziali della costruzione, ma coinvolge anche l’arredamento, gli accessori e, non da ultimo, la biancheria, sino ai più minuti dettagli, travalicando la rigida frammentazione ai singoli ambiti espressivi, in realtà profondamente contigui e intrecciati, in cui era confinato il lavoro dell’architetto.

Mackintosh sviluppa in tal modo anche un inedito e più diretto rapporto tra l’ossatura murale, massiccia e razionale, e gli arredi in legno o metallo dalle forme più delicate, tra architettura e decorazione degli interni, nel tentativo di elevare l’ambiente domestico in una propria “opera d’arte”, definita dall’insieme dei valori cromatici, formali e atmosferici.

Hill House Fig 2
Fig 2. Vista generale da sud-est. della Hill House.

Casa Hill è il suo capolavoro. L’edificio sorge in un sobborgo di Glasgow sul fianco di un lieve pendio articolato secondo una schema a L con il corpo di fabbrica principale interessato dalla ala che accoglie gli ambienti di servizio. La pianta, impostata su uno schema distributivo chiaro ma ancora convenzionale, lascia già intravedere il tentativo di superare i rigidi schemi dell’architettura baronale scozzese tramite una concezione spaziale più articolata. Lo spazio abitativo è così libero di dispiegarsi in virtù delle reali necessità degli abitanti, contraendosi e dilatandosi oltre i confini definiti dall’ordine strutturale della costruzione stessa.

Emblematica, a questo proposito, è la conformazione del soggiorno costituito da una serie di edicole che si intersecano reciprocamente formando uno spazio dinamico, nel quale l’attenzione degli abitanti è catturata alternativamente dall’ampio bow-window, dalla spaziosa nicchia che ospita il pianoforte a coda, e dal camino che costituisce il terzo fulcro visivo della stanza. L’impressione che si coglie è di un lavoro sobrio e rasserenante, reso quasi immateriale, evanescente, dalle suggestive quinte estetiche della luce che penetra dalle finestre e dalla mutevolezza del clima nordico.

La maestria di Mackintosh nell’esprimere “l’ambiente” si manifesta anche in altre circostanze analoghe dove egli non si limita ad esaltare le qualità “d’atmosfera” dello spazio, ma sottolinea anche l’umore delle azioni che si compiono attraverso l’abile impiego dei materiali e il controllo degli effetti “psicologici” prodotti dagli stessi sulla sensibilità degli abitanti; l’androne, ad esempio, è connotato da una atmosfera più “soft”, caratterizzato dall’uso sistematico del legno scuro e dal camino collocato nei pressi della porta d’ingresso che genera un’atmosfera di caloroso benvenuto e di amichevole rifugio.

La camera da letto situata al primo piano è uno degli ambienti più riusciti; qui la morbidezza e la fluidità delle linee e delle forme impreziosite da dettagli Art Nouveau creano una sensazione di “armoniosa intimità” fondendosi magistralmente con i riferimenti simbolici della nicchia a volta dell’alcova matrimoniale e con i motivi floreali stilizzati dell’arredamento che esprimono sottili allusioni alla fertilità e alla procreazione.

L’elemento di maggiore novità contenuto all’esterno è la libertà compositiva delle facciate. I fronti, subordinati alle esigenze interne, hanno come unico scopo quello di contenere gli ambienti senza assoggettarsi ad alcuna regola compositiva stereotipata. In questo modo le facciate risultano più liberamente impostate con le finestre collocate dove necessario definite da forme e dimensioni mai ripetitive ma studiate in funzione della natura degli ambienti, delle attività dei fruitori, e dei materiali da costruzione.

La casa, nel complesso, possiede un aspetto tipicamente scozzese dato dall’uso tradizionale di materiali e tecnologie che dimostrano una sviluppata consapevolezza tecnica e conoscenza della comune pratica costruttiva, segnata da incongruenze apparentemente casuali che, come ho sopra affermato, in realtà denunciando una consapevole volontà di rottura e di superamento delle anacronistiche regole compositive mutuate dall’architettura baronale del luogo. E’ un’architettura espressa con forme semplici, fondata sulle buone regole del costruire, in grado di utilizzare appieno i materiali tradizionali, come la pietra levigata, il mattone, il cemento per gli intonaci, e, al contempo, di sperimentare innovazioni tecnologiche in funzione degli usi domestici quotidiani, in contrapposizione al ricorso storicistico alla forma e all’uso pittoresco della composizione del secolo scorso. Il risultato è sorprendente; Mackintosh in equilibrio tra rispetto della tradizione costruttiva scozzese e superamento dei codici linguistici convenzionali riesce a creare un’architettura profondamente moderna, spazialmente innovativa, e linguisticamente raffinata che apre, di fatto, la strada alle successive ricerche delle avanguardie del XX secolo.

Hill House Fig 4
Fig 4. L’androne improntato da un’atmosfera calda e soffusa creata dall’uso abbondante del legno scuro e dal sapiente dosaggio della luce naturale che penetra dalle finestre.
Hill House Fig 6
Fig 6. La camera da letto. Al centro l’alcova matrimoniale disegnata da Mackintosh “avvolta” dalla fluidità delle linee e delle forme della nicchia a volta. Da notare l’estrema raffinatezza di questo spazio nel quale sono magistralmente espresse, sotto forma simbolica e con l’ausilio degli originali pezzi d’arredo, sottili allusioni alla fertilità e alla procreazione.
Hill House Fig 5
Fig 5 – Il bow-window nel soggiorno. E’ uno degli scorci più interessanti di tutta la produzione mackintoshiana, lo spazio che riassume emblematicamente le straordinarie facoltà creatrici e la capacità di dare “forma” e “sostanza” agli interni domestici tramite il sistematico controllo delle componenti formali, cromatiche, di atmosfera che concorrono alla formazione dello spazio.

Bibliografia

Charles Rennie Mackintosh 1868-1928. A cura di G.Lagan, Electa Milano 1988.
L’abitare, C.N.Schulz, Electa Milano.
Dizionario di architettura, N.Pevsner, Einaudi Torino.
Storia dell’architettura moderna. L.Benevolo, Laterza, Bari 1960.
L’architettura dell’Ottocento e del Novecento, H.R Hitchcock, Einaudi Torino